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Diretta Sicilia > Cronaca > Patto di sangue tra mafia siciliana e calabrese per la coca: 21 arresti a Palermo
Cronaca

Patto di sangue tra mafia siciliana e calabrese per la coca: 21 arresti a Palermo

Ultimo aggiornamento: 18/04/2023 - 08:48
di Redazione Web
Pubblicato 18 Aprile 2023
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lettura in 3 minuti

PALERMO – La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Palermo ha arrestato 21 persone nella città siciliana, dando esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa dal G.I.P. del locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia.

Gli arrestati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti tramite una strutturata rete operante tra la Calabria e la Sicilia. Le indagini, condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo – G.I.C.O., hanno riguardato un gruppo criminale con base operativa nel capoluogo siciliano, diretto da due fratelli palermitani, figli di uno storico esponente del mandamento mafioso di Villagrazia/Santa Maria di Gesù.

I due fratelli avrebbero collaborato da anni con una famiglia calabrese, coinvolta nella gestione del narcotraffico nella provincia di Reggio Calabria e legata da vincoli di parentela con esponenti di spicco della ‘ndrina di San Luca. Quest’ultima avrebbe garantito il sistematico approvvigionamento di grossi quantitativi di stupefacenti, in particolare cocaina. L’attività investigativa ha consentito di ricostruire accordi per la fornitura di almeno 10 chilogrammi di cocaina al mese, destinata al mercato palermitano, generando per l’organizzazione un giro d’affari illecito stimabile in circa dieci milioni di euro all’anno.

La droga, stoccata in depositi dislocati in provincia di Reggio Calabria, veniva trasportata su gomma lungo la tratta Reggio Calabria-Messina-Palermo, abilmente occultata con diversi carichi di copertura o all’interno di sofisticati doppi fondi creati nelle autovetture dei corrieri, accessibili mediante aperture elettro-meccaniche.

Nel corso delle indagini sono stati tratti in arresto 6 corrieri di droga e 2 basisti che custodivano parte dello stupefacente a Palermo, con il sequestro di circa 50 chilogrammi di cocaina, che se immessa nel mercato avrebbe fruttato profitti illeciti per oltre 4 milioni di euro.

Le fiamme gialle palermitane hanno inoltre proceduto a valorizzare in chiave patrimoniale gli elementi acquisiti nel corso delle indagini, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni estratte dalle diverse banche dati in uso al Corpo. Da queste analisi emergeva l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e la capacità reddituale dichiarata, portando alla richiesta di misure cautelari patrimoniali.

Il G.I.P. ha quindi disposto il sequestro preventivo di società, beni mobili e immobili riconducibili agli indagati per un valore complessivo pari a oltre un milione di euro. Sei dei destinatari delle misure cautelari risultano percepire direttamente o tramite il proprio nucleo familiare il “reddito di cittadinanza”. Tale circostanza sarà oggetto di comunicazione all’INPS al fine dell’immediata sospensione del beneficio.

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