Per debellare lo spaccio di droga a Bagheria, nel palermitano dove gli stupefacenti arrivavano dal capoluogo e venivano gestiti dal clan locale i carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Palermo hanno eseguito la notte scorsa 21 ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip su richiesta del procuratore Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido. Nove indagati sono finiti in carcere, altri otto agli arresti domiciliari, mentre per 4 è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
I NOMI DEGLI ARRESTATI
In carcere
Francesco Paolo Lo Iacono, 42 anni, di Palermo;
Salvatore Salerno, 64 anni, di Palermo;
Rosaria Di Gregorio, 55 anni, di Palermo;
Francesco Torres, 32 anni, di Palermo;
Giovanni Tripoli, 65 anni, di Bagheria;
Paolo Rovetto, 28 anni, di Palermo;
Daniele Cardinale, 43 anni, di Palermo;
Alfredo Caruso, 38 anni, di Palermo;
Stefano Marino, 50 anni, di Palermo;
Ai domiciliari
Francesca Guadalupo, 42 anni, di Palermo;
Giuseppe Salerno, 37 anni, di Palermo;
Leandro Salerno, 26 anni, di Palermo;
Calogero Benigno, 24 anni, di Salemi;
Matteo Tomasello, 42 anni, di Palermo;
Pietro Di Paola, 32 anni, di Palermo,
Giuseppe Di Gregorio, 47 anni, di Palermo;
Mario Marretta, 78 anni, di Palermo.
Per tutti a vario titolo l’accusa è associazione a delinquere finalizzata allo spaccio e al traffico di stupefacenti, aggravati dal metodo mafioso. L’operazione è la prosecuzione del blitz Persefone del settembre 2021 che ha già colpito il clan di Bagheria.
Nel corso dell’operazione Persefone 2 è stato arrestato un intero nucleo familiare composto da marito, moglie e due figli. Un terzo figlio era stato arrestato nella prima operazione. L’indagine, avviata dai carabinieri nel 2019, è stata coordinata Dda di Palermo e avrebbe consentito di confermare che l’attività di spaccio è gestita da “Cosa nostra” bagherese, anche grazie ai canale di approvvigionamento dai mandamenti cittadini di Brancaccio e Porta Nuova. Secondo quanto accertato dai militari al centro dell’organizzazione ci sono le ‘famiglie’ mafiose che ormai gestiscono lo spaccio per sostenere le casse dell’organizzazione e che cooperano tra loro per garantire sempre un costante rifornimento nelle basi di spaccio