Il pacchetto di deroghe al divieto di cessione dei crediti e sconto in fattura, entrato in vigore il 17 febbraio scorso, potrebbe presto comprendere anche l’edilizia residenziale pubblica (gli Iacp) e il terzo settore. Secondo quanto anticipato dal Sole 24 Ore, le modifiche allo studio per il decreto cessioni in discussione in commissione Finanze alla Camera stanno prendendo sempre maggiore consistenza, suscitando il “moderato ottimismo” del relatore del provvedimento, Andrea De Bertoldi.
Tra le possibili modifiche, potrebbe esserci la proroga per il termine fissato al 31 marzo prossimo per il superbonus 110% delle villette, ma sembra difficile che il Governo lasci spazio a questa ipotesi. L’obiettivo principale, infatti, sarà quello di risolvere tutti quei casi problematici nei quali la fase transitoria del provvedimento abbia lasciato opere avviate senza cessioni.
Si studia, quindi, una soluzione per il sismabonus acquisti (e il bonus ristrutturazioni al 50%) per i quali la sola registrazione del preliminare non sia arrivata entro il termine del 16 febbraio. Ma ci sono anche questioni legate all’edilizia libera, come il caso di chi ha pagato acconti su caldaie e infissi entro i termini ma non ha iniziato i lavori prima dell’arrivo del decreto cessioni. In questo caso, si sta valutando la possibilità di provare con data certa i pagamenti o la firma di un contratto, restando comunque nel vecchio regime.
Inoltre, si sta discutendo del termine del 31 marzo, limite entro il quale è necessario comunicare alle Entrate le opzioni relative al 2022, ma anche le rate residue relative al 2020 e al 2021. Qui, però, i problemi sono diversi, perché la raccolta dei dati di Eurostat impone di evitare ulteriori rinvii. Si ipotizza, quindi, di far ammettere al beneficio le domande di cessione già inviate alle banche e in attesa di accettazione dagli istituti.
Resta aperto il problema degli incapienti, i contribuenti che non possono beneficiare delle detrazioni in assenza di cessioni e sconti, non avendo imposte da pagare. Anche qui la strada è in salita e sarà difficile trovare una soluzione già nella conversione del decreto n. 11/2023.
In ogni caso, il lavoro sulle proposte della maggioranza dovrà essere presentato entro il 7 marzo. Resterà da vedere quali saranno le modifiche effettivamente apportate al decreto cessioni e come verranno accolte dalle diverse parti interessate.