Tornava dalla sua festa di compleanno Laura Amato, siciliana, morta insieme all’amica Claudia Turconi, 59 anni! con cui si trovava sulla Lancia Y che è stata tamponata da un uomo di 39 anni sulla A4 a 150 km orari. L’incidente stradale è avvenuto alla barriera di Milano Ghisolfa in direzione Torino.
Laura era al Nord per lavoro. Un’automobile Lancia Musa, guidata da un marocchino di 39 anni, ha urtato ad elevata velocità l’automobile Lancia Y delle due donne, in sosta al casello in attesa di pagare il pedaggio autostradale. Le due amiche sono morte sul colpo. Il conducente dell’auto che ha provocato il sinistro non ha subito gravi ferite. Sul sedile della sua auto sarebbe stato ritrovato un braccialetto relativo ad un recente ricovero in una clinica psichiatrica.
Laura Amato aveva 54 anni appena compiuti e festeggiati con amici e conoscenti la sera prima dell’incidente. Laura Amato, operatrice socio – sanitaria, ha lavorato nella clinica “Macedonio” Melloni, del Fatebenefratelli – Sacco.
Secondo una prima ricostruzione della polizia Stradale della sottosezione di Novara, che a quell’ora aveva competenza del tratto autostradale cittadino dell’A4, la Musa viaggiava a più di 150 chilometri orari. Sul sedile del passeggero gli inquirenti hanno trovato un braccialetto ospedaliero, sembra di una struttura psichiatrica.
Dall’esame dei filmati delle telecamere gli inquirenti hanno ricostruito oltre due chilometri di «terrore» con la macchina guidata dal 39enne che viaggia a tutta velocità zigzagando tra le auto, tanto che diversi automobilisti rallentano fino a quasi fermarsi per paura. Poi l’ultima terribile scena con la vettura che arriva al casello Ghisolfa in direzione Torino e si schianta contro la Ypsilon delle due donne. Un urto violentissimo che fa sbalzare l’auto di quasi cento metri. Nessuna speranza per le vittime, morte sul colpo. Per estrarre il 39enne è stato invece necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Poi la corsa al San Carlo in codice giallo. «Che dio mi aiuti»: ha ripetuto solo questo ai soccorritori.