Le prime parole di Messina Denaro stanato dai militari che gli hanno chiesto «Come ti chiami?» sono state proprio: «Sono Matteo Messina Denaro». Ha tentato di fuggire ma era circondato e così sono scattate le manette per il superboss accusato di efferati omicidi come quello del piccolo Giuseppe Di Matteo.
È stata diramata anche la foto segnaletica di Matteo Messina Denaro. La prima foto segnaletica del super latitante Matteo Messina Denaro risale al 1992. Tre giorni fa i magistrati hanno confermato che era lui, e hanno dato il via libera per il blitz che è scattato alle 9 di oggi, 16 gennaio. Con Denaro è stato arrestato anche il suo autista, Giovanni Luppino. Separato dal boss, viene attualmente interrogato.
Dopo l’arresto, Denaro è stato trasferito alla Caserma San Lorenzo, in via Perpignano. Secondo fonti investigative, Messina Denaro faceva periodicamente controlli in quella struttura, che la scorsa notte è stata messa in sicurezza con diverse decine di uomini per tutelare gli altri pazienti.
Messina Denaro, è stato catturato questa mattina mentre si presentava per un day hospital programmato presso un ospedale. Si faceva chiamare Andrea Bonafede. I Carabinieri del Ros sapevano già che Bonafede era in realtà l’ultima primula rossa della mafia, così hanno circondato l’ospedale e impedito ogni tentativo di fuga. Tutte le persone presenti nell’ospedale, nel parcheggio e nelle adiacenze sono state fermate e identificate.
Messina Denaro è stato portato prima alla Caserma Carabinieri di San Lorenzo e poi a Boccadifalco, alla stazione carabinieri elitrasportati. Questo è lo stesso percorso che esattamente 30 anni fa fece anche Totò Riina, arrestato dal Capitano Ultimo il 15 gennaio 1993.