CORLEONE – Arrivano alcune precisazioni a seguito della notizia riportata da DirettaSicilia.it giorno 11 giugno riguardo al presunto caso di reato di diffusione e divulgazione d’immagini a contenuto sessualmente esplicito avvenuto all’interno di una attività commerciale della città. È l’avvocato Lucia Garofalo, difensore del giovane accusato, a voler precisare alcuni degli aspetti della vicenda. DirettaSicilia accoglie così la manifestata volontà di replica e rettifica a quanto riportato dall’articolo “A Corleone disabile invitata a svestirsi e ripresa, video su WhatsApp: Gip ordina imputazione coatta”.
“Non essendovi aderenza tra le risultanze probatorie agli atti e quanto riportato nel Vs. articolo – afferma il legale -, mi corre l’obbligo di chiedervi la rettifica di quanto scritto e pubblicato poichè, nonostante non siano state rese note le generalità dell’indagato, è intuibile risalirvi dato che il fatto si è verificato in un piccolo paese e aveva avuto una certa popolarità a causa della non sagace idea del titolare del supermercato di pubblicare quanto accaduto su Facebook. Alla luce di ciò, è mio dovere tutelare sotto ogni aspetto, sia esso palese che profilato, il mio assistito non ritenendo né corretto né opportuno che venga esposto a pubblico dileggio, rischiando di essere considerato colpevole di un processo che non è stato celebrato”.
Secondo il legale Lucia Garofalo, la presunta persona offesa “non ha presentato alcuna denuncia-querela, bensì è stata la sorella a presentarla in nome e per conto proprio (per tale motivo il PM ha chiesto l’archiviazione vista la mancanza di procedibilità dell’azione penale); peraltro, non presenta due distinte denunce ma una sola denuncia che successivamente ha integrato”. Come sottolinea sempre il legale difensore del presunto responsabile, “la presunta persona offesa è affetta da un disturbo psicologico non precisato e non documentato dal legale, ma comunque sia trattasi di una signora autonoma, indipendente e automunita ad oggi”.
L’avvocato Lucia Garofalo evidenzia anche che “il ragazzo non ha mai invitato la presunta persona offesa a svestirsi, nè tanto meno il video che è stato registrato mostra tale scena, bensì quest’ultima entrando al supermercato e rivolgendosi ai presenti, che conosce per nome e cognome visto che si reca quotidianamente presso questa attività commerciale, mostra spontaneamente e senza costrizione alcuna, una parte del proprio corpo chiedendo peraltro consensi ad uno dei presenti”. “I fatti sono accaduti nel mese di aprile 2021, e non 2020 – continua il legale -. Il GIP di Termini Imerese ha chiesto al PM di procedere ad una nuova imputazione, visto che effettivamente il video è stato inviato dal ragazzo tramite WhatsApp ad alcuni amici, ma ciò non significa che vi sarà necessariamente un processo e/o che il mio assistito sarà dichiarato colpevole, perchè ad oggi continua a mancare la condizione di procedibilità: la querela della persona offesa”.