Due casi sospetti di vaiolo delle scimmie in Sicilia. Uno a Palermo e uno in provincia di Agrigento e cresce la preoccupazione.
In Sicilia da qualche giorno è ricoverato al Policlinico di Palermo un uomo su cui si stanno facendo analisi per verificare se abbia il vaiolo delle scimmie. Il tampone per le analisi è stato inviato al laboratorio di virologia dell’ospedale Spallanzani di Roma.
Anche su di lui saranno prelevati i campioni e inviati all’ospedale Spallanzani. Lo conformano fonti dell’assessorato regionale alla Salute.
Salgono a 5 i casi confermati in Italia di vaiolo delle scimmie e sono in corso accertamenti su altri casi sospetti. Il quinto caso ha «caratteristiche cliniche e di trasmissione simili ai precedenti», secondo quanto riferisce l’Istituto di malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. Sui primi tre contagi registrati in Italia in queste settimane, l’Istituto ha «completato la prima fase dell’analisi della sequenza del DNA del Monkeypox virus». La sequenza è stata effettuata per il «gene dell’emoagglutinina (HA), che consente l’analisi filogenetica». È risultato che i campioni italiani sono simili al ceppo dell’Africa Occidentale e presentano una «similarità del 100% con i quelli isolati in Portogallo e Germania».
Pertanto, secondo quanto si apprende dai ricercatori dello Spallanzani, il nostro Paese potrebbe aver a che fare con un virus «paneuropeo, con connessioni ai focolai registrati negli altri Stati membri, in particolare quello delle Isole Canarie». Nella giornata di ieri, 23 maggio, l’Oms aveva riferito che per verificare se il virus del vaiolo delle scimmie ha subito o meno una mutazione è necessaria un’analisi della sua sequenza genetica. L’Organizzazione aveva comunque rassicurato che si tratta di un virus il cui Dna è molto conosciuto e che «tende a restare stabile».