Arrivano restrizioni sull’uso del condizionatore, multe sotto i 25 gradi
Il caldo dentro casa, in Sicilia e più in generale nel resto d'Italia, si farà sentire ancora di più

Arriva la stretta sui condizionatori nel pubblico e nel privato. Tempi di guerra e di ristrettezze. Serve risparmiare sul costo dell’energia ma anche sulle materie prime che servono a produrla. Il condizionatore d’aria al massimo si potrà impostare a 25 gradi nel bel mezzo del caldo estivo. Prima nel pubblico, poi forse anche nel privato. Saranno previste multe.
Estate al caldo
Mentre arriva la bella stagione, si inizia a parlare di risparmi da guerra. Il caldo dentro casa, in Sicilia e più in generale nel resto d’Italia, si farà sentire ancora di più almeno all’interno degli uffici. È il frutto del lavoro del governo nazionale per scongiurare gli effetti della crisi energetica provocati dalla guerra in Ucraina.
Le restrizioni sull’uso del condizionatore
Ecco che arrivano le prime restrizioni sull’uso del condizionatore che partiranno dal pubblico, ma quasi sicuramente si arriverà anche al privato. D’accordo il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, il quale oltre a questa misura intende fare di più mettendo i pannelli solari sul tetto di un milione di edifici pubblici, con particolare riferimento alle scuole.
La temperatura potrà scendere a massimo 27 gradi in estate e non potrà superare i 19 gradi in inverno, con due gradi di tolleranza. Dunque, 25 e 21 gradi rispettivamente, vista la tolleranza. La misura non sarà applicata a cliniche, ospedali e case di cura.
Multe per i trasgressori
In caso di violazione delle norme sono previste multe che vanno dai 500 ai 3 mila euro anche se sarà difficile eseguire controlli. Qual è il vantaggio? Abbassare di un grado le temperature porterebbe a risparmiare circa il 7/8% di gas e cioè a una bolletta meno onerosa.
La stretta potrebbe arrivare anche per i Comuni
Un decreto del governo potrebbe diminuire il consumo elettrico dei comuni. Il che potrebbe significare meno lampioni. Il governo valuta l’inserimento di una norma per limitare il numero dei lampioni accesi e le ore d’illuminazione. In base alla stessa logica, nei condomini si potrebbe ritardare l’accensione della luce nelle parti comuni.