Blitz antimafia a Belmonte Mezzagno, I NOMI degli arrestati
I Carabinieri nel corso dell'operazione eseguita all'alba a Belmonte Mezzagno, hanno anche trovato armi e droga

Operazione antimafia a Belmonte Mezzagno, nel Palermitano da parte dei Carabinieri su richiesta della Dda.
I nomi degli arrestati
In carcere vanno Agostino Giocondo, 52 anni di Belmonte Mezzagno, Gregorio Crini, 56 anni, di Belmonte Mezzagno, Pietro Gaeta, 38 anni, di Palermo, Giovan Battista Martini, 60 anni di Belmonte Mezzagno, Pietro Pizzo, 52 anni di Belmonte Mezzagno, Giuseppe Martorana, 47 anni, di Palermo, Salvatore Billeci, 38 anni, di Palermo, Vincenzo Sunseri, 22 anni, di Palermo e Salvatore Giocondo, 28 anni, Palermo.
L’indagine della DDA
L’accusa è, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi clandestine e ricettazione, questi ultimi reati aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose. I Carabinieri nel corso dell’operazione eseguita all’alba a Belmonte Mezzagno, hanno anche trovato armi e droga. In particolare, 3 pistole, una calibro 38, una 7,65 e una piccola a tamburo, tutte con matricola abrasa, una vecchia carabina e circa 50 colpi per 7,65 e per 38. Trovati anche 40 grammi di hashish. Le armi saranno spedite ai Ris di Messina per verificare se sono state utilizzate per compiere delitti efferati come quelli compiuti nel mandamento negli ultimi anni.
Tre omicidi e un tentato omicidio
L’operazione antimafia di questa mattina a Belmonte Mezzagno colpisce il mandamento mafioso di Misilmeri e Belmonte Mezzagno. L’indagine dell’operazione Limes, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido, è iniziata nel gennaio 2020, dopo tre omicidi e un tentato omicidio a Belmonte Mezzagno. Sotto i colpi dei killer furono uccisi Vincenzo Greco, manovale di 36 anni, il commercialista Antonio Di Liberto, 49 anni, e Agostino Alessandro Migliore, 45 anni, commerciante fratello di Giovanni Migliore ritenuto uomo d’onore della famiglia mafiosa del mandamento. Il tentato omicidio fu quello di Giuseppe Benigno che avvenne in pieno giorno e in centro.
Agostino Giocondo, chi è
Secondo le indagini dei carabinieri nel mandamento di Belmonte Mezzagno, dopo i fatti di sangue, a gestire le sorti del mandamento sarebbe stato Agostino Giocondo che avrebbe cercato di mantenere l’ordine pubblico sul territorio, risolvere le controversie tra i privati e si sarebbe occupato del sostentamento dei detenuti. Giocondo avrebbe fatto restituire la refurtiva rubata a un commerciante, finito anche lui agli arresti, ritenuto vicino alla famiglia mafiosa dell’intimidazione avrebbe limitato la libertà d’iniziativa economica locale, e l’apertura di esercizi concorrenti. La famiglia mafiosa poteva contare su un arsenale di armi il cui custode era lo stesso Agostino Giocondo.