Operazione antimafia a Belmonte Mezzagno, 9 arresti (VIDEO)

Il tentato omicidio ripreso dalle telecamere

Operazione antimafia Limes a Belmonte Mezzagno. Sono nove le persone arrestate dai Carabinieri alle prime ore di stamattina.

In varie località in provincia di Palermo, i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a 9 provvedimenti cautelari in carcere, emessi dall’ufficio Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia. Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi clandestine e ricettazione, questi ultimi reati aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose.

L’indagine, seguita da un pool di magistrati coordinati dal Procuratore Aggiunto Dottore Paolo Guido, costituisce l’esito di un’articolata manovra investigativa condotta dal Nucleo Investigativo di Palermo sulla famiglia mafiosa di Belmonte Mezzagno che ha consentito di comprovare l’operatività della mafia, organicamente inserita nel mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagno.

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L’indagine, iniziata dai Carabinieri nel gennaio 2020, ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario che è stato sostanzialmente accolto, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nella suindicata ordinanza cautelare. Secondo il provvedimento, sussistono gravi indizi per affermare la piena operatività della “Cosa Nostra” a Belmonte Mezzagno, che nell’ultimo triennio è stato teatro dei più eclatanti fatti di sangue dell’intera provincia di Palermo, immortalando un contesto territoriale caratterizzato da uno spietato ricorso alla violenza e all’uso delle armi.

L’attività d’indagine, infatti, consegue ai seguenti gravissimi eventi criminali:

  • il 10.1.2019, a Belmonte Mezzagno, cadeva vittima di un agguato di tipo mafioso Vincenzo GRECO. Lo stesso veniva rinvenuto cadavere, all’interno della propria autovettura, attinto da numerosi colpi di arma da fuoco;
    l’8.5.2019, a Belmonte Mezzagno, veniva rinvenuto cadavere Antonio DI LIBERTO, attinto da colpi di arma da fuoco mentre si trovava a bordo della propria autovettura.
  • il 2.12.2019, a Belmonte Mezzagno, Giuseppe BENIGNO, mentre guidava la sua autovettura, veniva affiancato da due soggetti a bordo di uno scooter che gli sparavano contro 9 colpi d’arma da fuoco, di cui solo due lo attingevano alla spalla sinistra. Il BENIGNO riusciva a fuggire riuscendo a raggiungere il pronto soccorso dell’Ospedale Civico di Palermo.
  • il 28.2.2020, a Belmonte Mezzagno, cadeva vittima di agguato Agostino Alessandro MIGLIORE, fratello di Giovanni MIGLIORE, ritenuto ‘uomo d’onore’ della famiglia di Belmonte Mezzagno e allo stato detenuto. Agostino MIGLIORE, dopo essere uscito di casa, veniva fatto segno di colpi d’arma da fuoco (12 colpi cal. 7, 65) mentre metteva in moto la propria autovettura.

Sempre secondo l’ordinanza cautelare, sussistono gravi indizi, che dovranno successivamente essere confermati dagli ulteriori passaggi processuali, per affermare l’operatività e lo stretto controllo sul territorio esercitato della decina, ritenuta la più potente e pericolosa della famiglia di Belmonte Mezzagno, dalla quale emergerebbe la figura di Agostino GIOCONDO. Questi, per il quale emergono gravi indizi sulla sua appartenenza al citato sodalizio, avrebbe coordinato l’attività nei settori tipici di controllo di Cosa Nostra, curando il mantenimento dell’ordine pubblico sul territorio e adoperandosi – in modo paritetico ad altri sodali oggi arrestati – per la risoluzione di svariate controversie tra privati, in alternativa allo Stato. In particolare, risulterebbe essersi attivato per il sostentamento dei detenuti della famiglia di Belmonte Mezzagno e per la restituzione della refurtiva asportata a un commerciante, organico alla famiglia mafiosa e anch’egli arrestato, con il quale, sfruttando la forza d’intimidazione promanante dalla loro appartenenza a Cosa Nostra, avrebbe influenzato la libertà d’iniziativa economica locale, limitando la possibilità di esercizio ad aziende concorrenti.

L’indagine ha permesso anche di scoprire la disponibilità di armi da parte della famiglia di Belmonte Mezzagno, delle quali solo due sono state rinvenute: un fucile da caccia marca Winchester cal. 12 con matricola parzialmente punzonata e un revolver cal. 38 special Smith & Wesson con matricola abrasa. La pistola, provento di una vecchia rapina, è stata sequestrata nel corso di un tentativo, messo in atto dai sodali, di venderla a soggetti palermitani, permettendo così di configurare agli odierni arrestati, oltre che la ricettazione, anche l’aggravante di cui al comma 5 dell’art. 416 bis. In particolare sarebbe attribuibile, sulla base delle risultanze sino ad ora acquisite, ad Agostino Giocondo  il ruolo di presunto custode dell’arsenale della famiglia di Belmonte, poiché questi risulterebbe coinvolto in ciascuna delle vicende riguardanti le armi della consorteria.

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