Elettrodomestici e articoli per la casa pericolosi, sequestrati 300 articoli a Palermo
La scoperta della Guardia di Finanza durante un controllo nel negozio gestito da un cinese

La Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato oltre 300 articoli non sicuri in un negozio cinese di Corso dei Mille di Palermo. In particolare, i “Baschi Verdi”, durante un controllo nel negozio gestito da un cinese, hanno accertato che oltre 300 prodotti, venivano commercializzati in violazione del Codice del Consumo e della Direttiva “Bassa Tensione”. Non recavano recando idonea marcatura CE e non avevano documentazione e istruzioni e informazioni sulla sicurezza in una lingua che può essere facilmente compresa dagli utilizzatori finali in uno Stato dell’U.E..
Le fiamme gialle hanno sequestrato elettrodomestici e articoli per la casa mentre al rappresentante legale sono state contestate sanzioni amministrative per un totale di 6mila euro.
Maxi sequestro per società di spedizioni di Carini
I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del tribunale del capoluogo, su richiesta della Procura, per un milione di euro alla società di spedizioni di Carini (Pa) Randazzo Srl, i cui titolari Giovanni Randazzo, 83 anni e Salvatore Randazzo di 50 anni sono indagati per reati tributari ed emissioni di fatture false.
Le indagini dei militari del nucleo di polizia economico – finanziaria di Palermo sono scattate dopo una verifica fiscale eseguita nei confronti della società che opera nel settore dei trasporti di Carini, che negli anni 2015 e 2016 avrebbe utilizzato fatture false per oltre 5 milioni di euro.
Le indagini delle Fiamme Gialle
Nel corso dell’ispezione fiscale sono stati approfonditi i rapporti intercorsi con la cooperativa Futura Trasporti, cessata nel 2017, a cui erano stati esternalizzati i servizi di ritiro, trasporto e consegna pacchi per conto terzi. Secondo quanto accertato dai finanzieri sarebbe emerso che con la cooperativa sarebbero stati stipulati contratti di appalto simulati per giustificare le prestazioni fornite da lavoratori che di fatto erano veri e propri dipendenti della società di trasporti.
Denunciati gli amministratori
Un meccanismo con il quale, secondo le indagini della finanza, si sarebbe abbattuto il reddito imponibile della società di trasporti, attraverso la contabilizzazione da parte di quest’ultima di costi fittizi e l’indebita detrazione dell’Iva, concentrando sulla cooperativa tutti gli obblighi contributivi, previdenziali e assistenziali gravanti sul datore di lavoro. I due amministratori Giovanni e Salvatore Randazzo tra il 2015 e il 2016 sono stati denunciati con l’accusa di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Sono indagati per emissione di fatture false anche i responsabili della cooperativa Giuseppe Cacciatore, 47 anni di Ficarazzi, Luigi Mezzatesta, 47 anni di Bagheria e Francesco Guerrera, 43 anni. Il gip per salvaguardare gli interessi erariali a beneficio della futura azione di riscossione, ha emesso un provvedimento cautelare di sequestro per imposte evase Ires e Iva per un milione e 35 mila euro.