Torna la serie tv Makari, uno spettacolare Claudio Gioè racconta la Sicilia
Makari andrà in onda il 7 febbraio in prima serata con tre nuovi episodi, tratti dai libri di Gaetano Savatteri

Torna in tv la serie Makari che ha riscosso successi di pubblico e di critica. Claudio Gioè dal 7 febbraio tornerà a vestire i panni di Saverio Lamanna, immerso nel bellissimo scenario di Makari. Sull’onda del Festival di Sanremo 2022 la serie torna su Rai1 con la nuova stagione sempre prodotta dalla Palomar in collaborazione con Rai Fiction.
Claudio Gioè racconta Saverio Lamanna
Makari andrà in onda il 7 febbraio in prima serata con tre nuovi episodi, tratti dai libri di Gaetano Savatteri con la regia di Michele Soavi. “Questo ruolo mi ha lasciato una forte impronta etica. E anche un barlume di speranza per credere nel futuro”, dice l’attore palermitano Claudio Gioè raccontando del suo ruolo.
Le meraviglie della Sicilia
Ma Makari è anche una grande pubblicità per le bellezze della Sicilia. Il produttore Carlo degli Esposti dice di essere affezionato a Màkari per la sua leggerezza: “In questa stagione oltre al Trapanese siamo andati nell’Agrigentino. Nella serie tv sono trattati grandi temi come l’essere e l’etica”.
Anticipazioni Makari 2
Avevamo lasciato Saverio Lamanna (Gioè) deciso a cullarsi nei sogni di gloria letteraria sotto il sole di Màkari, accanto al fido Piccionello (Domenico Centamore) e in attesa di ricongiungersi all’amata Suleima (Ester Pantano), volata a Milano per realizzare i propri sogni. Cosa potrebbe andare storto? Più o meno tutto. Saverio dovrà lottare non poco per non perdere Suleima e soprattutto per non cadere nei suoi soliti maledetti errori. E vivrà questa nuova stagione del suo amore alle prese con tre nuove indagini che risolverà, insieme a Piccionello, col suo personale piglio da detective per caso, magari un po’ strampalato e picaresco, ma straordinariamente acuto e tenace.
La Sicilia fuori dagli stereotipi
La serie rappresenta una Sicilia lontana, spiega lo scrittore Savatteri, “da certi stereotipi in cui l’abbiamo vista in bianco e nero e tragicamente dominata da tematiche violente e drammatiche, specchio della sua storia degli ultimi cinquant’anni. Andrea Camilleri, con Montalbano, ha aperto la porta a un racconto che usciva da quegli archetipi. Ci ha portato per primo in una Sicilia in cui ci sono anche luce e la capacità di far ridere e sorridere e che è diventata protagonista di un altro tipo di racconto”.