La Guardia di Finanza di Palermo ha bloccato i maltrattamenti nei confronti degli anziani di una casa di riposo di via Emerigo Amari, a Palermo.
Sono scattate le manette per 6 persone accusate a vario titolo di riciclaggio e autoriciclaggio.
L’operazione della Finanza è scattata su disposizione della Procura di Palermo. L’ordinanza è stata emessa da GIP di Palermo. Sono stati arrestate sei persone responsabili del reato di maltrattamento ai danni di anziani ospiti di una casa di riposo di Palermo.
È stata sequestrata l’attività assistenziale, quale profitto dei delitti di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio, nonché di una carta “Reddito di cittadinanza” indebitamente ottenuta da uno degli indagati.
A capo dell’organizzazione c’era Al vertice del disegno criminale vi era Maria Cristina Catalano, referente delle precedenti società fallite e amministratrice di fatto della compagine che gestisce attualmente la casa di riposo. La donna era coadiuvata da Vincenza Bruno e dalle altre dipendenti Anna Monti, Valeria La Barbera, Antonina Di Liberto e Rosaria Florio.
Mentre la Finanza indagava sui reati finanziari, sono stati scoperti anche i maltrattamenti nei confronti degli anziani ospitati nella casa di riposo.
Si trattava di llarmanti episodi di maltrattamento, fisico e psicologico.
Sono scattate le intercettazione, che hanno consentito fin da subito di documentare la sistematica attuazione di metodi di vessazione fisica e psicologica inflitti agli anziani costretti a vivere in uno stato di costante soggezione e paura, ingenerando uno stato di totale esasperazione fino al compimento di atti di autolesionismo.
In poco più di due mesi sono state registrate decine e decine di condotte ignobili di maltrattamento poste in essere in danno di persone fragili e indifese.
Un vero e proprio regime di vita vessatorio, mortificante ed insostenibile, fatto di continue ingiurie e minacce (“se tu ti muovi di qua io ti rompo una gamba cosi la smetti, o zitta, muta”; “devi morire, devi buttare il veleno là”, “per quanto mi riguarda può crepare”), e violenze fisiche (spintoni, calci e schiaffi, colpi di scopa; in alcuni casi, i degenti sono stati legati alla sedia per inibire loro ogni movimento).
Emblematica della crudeltà dei comportamenti degli indagati, è l’affermazione registrata in occasione del soccorso inizialmente prestato ad una degente, poi purtroppo deceduta, allorquando Catalano affermava: “Ti dico che io in altri periodi avrei aspettato che moriva perché già boccheggiava……io lo ripeto fosse stato un altro periodo non avrei fatto niente l’avrei messa a letto e avrei aspettato. Perché era morta.”
Il Gip del Tribunale di Palermo, nel valutare il gravissimo quadro probatorio raccolto dalle Fiamme Gialle palermitane, segnala “l’urgenza di interrompere un orrore quotidiano”, evidenziando come “l’indole criminale e spietata degli indagati impone l’adozione della misura della custodia cautelare in carcere, ritenuta l’unica proporzionata alla gravità ed all’immoralità della condotta e l’unica idonea a contenere la disumanità degli impulsi”.
Il Gip ha disposto la nomina di un amministratore giudiziario, con esperienza specifica del settore, al fine di assicurare la prosecuzione dell’attività con personale qualificato per fornire adeguata assistenza agli ospiti della struttura.
Inoltre, di concerto con il Dipartimento di Prevenzione dell’ASP di Palermo e la Direzione della Centrale Operativa del 118, è stato predisposto un piano di accertamenti mirati alla tutela degli anziani, nel rispetto e con le cautele imposte dalle norme vigenti in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID-19.