Covid-19, in Sicilia è caccia ai limoni, disinfettanti naturali

I limoni di Sicilia vanno a ruba e i prezzi vanno alle stelle come non si era mai visto. Un successo inaspettato per gli agrumi siciliani per antonomasia.
Mentre la maggior parte dei settori agricoli sono in crisi, lo stesso non si può dire per il settore degli agrumi, spinto dalla fortissima richiesta di limoni.
In questi giorni si registra un eccezionale aumento della domanda pari al 30%. Il prezzo dei limoni ha una media di 80-90 centesimi al chilo.
Secondo gli esperti l’aumento della richiesta e del prezzo è dovuta all’emergenza Coronavirus. In questi giorni, in effetti, si è registrato un vero boom di richieste da parte dei consumatori. C’è da dire anche che la produzione insufficiente a livello mondiale ha fatto inevitabilmente schizzare il costo dell’agrume.
Cosa c’è dietro questa impennata? Il limone è conosciuto per il suo utilizzo come disinfettante naturale. Sta qui la motivazione in aggiunta al fatto che è impiegato in modo massiccio nella produzione di prodotti sterilizzanti a base alcolica.
Ora le esportazioni sono sottoposte addirittura a controllo preventivo al pari di mascherine, ventilatori polmonari e altro materiale sanitario.
“L’Italia, sottolinea la Coldiretti nazionale, è il secondo produttore europeo dopo il Paese iberico, con una superficie coltivata di poco più di 25 mila ettari dalla quale si sono ottenuti circa 3,8 milioni di quintali nel 2019: una produzione che non è sufficiente a soddisfare i consumi nazionali con 1,2 milioni di quintali di importazioni e 0,48 milioni di quintali di export”.
In Italia la regione che più delle altre produce limoni è la Sicilia, dove si ottiene più dell’87 per cento del raccolto italiano – circa 3,5 milioni di quintali in 22 mila ettari – seguita da Campania e Basilicata.
“Il limone, commenta Coldiretti Sicilia, ha rappresentato la storia dell’Isola ma negli ultimi anni a causa delle importazioni il prezzo era diminuito così tanto da fare estirpare migliaia di ettari”.