Coronavirus, l’Italia “zona rossa” oltre il 3 aprile

L’emergenza Coronavirus non finirà certo il 3 aprile. Con molta probabilità le misure del Governo andranno avanti almeno per un altro mese. È lo stesso presidente del consiglio Conte ad annunciare che il blocco totale sarà prorogato e circola già una data. Il 6 maggio, la data se si dovesse seguire in Italia il modello cinese.
Conte ha illustrato la situazione che si prospetta per i prossimi giorni nel corso di una intervista al Corriere della Sera. Ha spiegato cosa succederà nei giorni che seguiranno sul fronte dell’emergenza Coronavirus.
“Le misure restrittive funzionano, e quando si raggiungerà il picco, e il contagio comincerà a decrescere, non si potrà tornare subito alla vita di prima. Pertanto, i provvedimenti del governo – dalla chiusura di molte attività a quello sulla scuola – non potranno che essere prorogati”.
È un invito al buon senso quello rivolto agli italiani dal premier Conte. Lo stesso ha fatto sapere che il Governo è al lavoro per lo sblocco di investimenti pubblici che serviranno a sostenere le aziende che reggono l’economia nazionale, statetegiche per l’andamento dello Stato.
“Bisogna usare il buonsenso – dice Conte – e agire tutti con la massima consapevolezza, le sanzioni penali per chi trasgredisce ci sono e verranno applicate in modo severo e sono d’accordo con quei sindaci che hanno chiuso anche le ville e i parchi: una cosa è fare attività sportiva, un’altra è trasformare i luoghi pubblici in punti di assembramento, cosa inammissibile. Al momento non sono previste altre misure restrittive di largo respiro, ma se non saranno rispettati i divieti dovremo agire”.
“Noi – afferma ancora Conte- siamo più che soddisfatti di tutti i passi compiuti sino ad ora, passi che si sono ispirati ad almeno quattro principi: trasparenza, perchè non nascondiamo nulla ai cittadini, e chi lo fa in altri Paesi rischia di pentirsene amaramente; massimo rigore, perchè non abbiamo sottovalutato nulla e assunto sempre gli scenari peggiori come indicatori; adeguatezza delle misure e infine proporzionalità, senza la quale gli italiani, abituati ad un grande individualismo e a radicate libertà civili, non avrebbero retto, visto che non siamo in Cina e non viviamo in uno Stato centralizzato”.
Intanto anche la riapertura delle scuole il 3 aprile sembra una data troppo ravvicinata. La fine della quarantena non è vicina.