Antonella Cover, 55 anni e originaria di Pordenone è stata condannata a 16 anni di carcere in abbreviato perchè ritenuta responsabile dell’omicidio del marito, Filippo Mazzurco, di 64.
L’omicidio avvenne il 23 gennaio del 2019 in una casa di via Edison a Partinico. L’uomo venne ucciso da una coltellata al torace che la donna, poi rea confessa, gli avrebbe sferrato mentre dormiva.
Furono attimi concitati in quella casa di Partinico. La donna entrò nella casa della suocera in cui era presente l’ex marito, si intrufolò nella stanza in cui l’uomo dormiva e gli sferrò una coltellata al petto. L’anziana madre, resasi conto di quanto stava accadendo al figlio, avrebbe cercato con la forza della disperazione di salvarlo da quella violenza cieca ma inutilmente. La nuora l’ha scaraventata per terra e poi è uscita di casa, dirigendosi tranquillamente verso il commissariato.
Ieri il giudice per l’udienza preliminare di Palermo ha condannato a 16 anni l’imputata per l’omicidio di Filippo Mazzurco accogliendo integralmente le richieste dei pm che avevano coordinato l’indagine.
Con la sentenza è stato anche riconosciuto il diritto al risarcimento di sette famigliari della vittima che si sono costituiti parte civile e per loro il gup ha intanto disposto il pagamento di provvisionali tra i 30 mila e gli 8 mila euro, per una somma complessiva di 98 mila euro.
I due coniugi erano sposati da tanto tempo ma nell’ultimo periodo i rapporti si erano ormai consumati tanto che l’uomo si era trasferito in Svizzera e avava instaurato una relazione sentimentale con un’altra donna. Tornò a Partinico per alcuni problemi di salute. Quella mattina del 23 gennaio scorso l’ex moglie, che era rimasta a vivere a Partinico, al primo piano di una casa che condivideva con la suocera, bussò a casa della suocera per prendere il caffè con lei, come qualche volta capitava. Mentre la donna preparava la macchinetta, però, l’imputata si sarebbe diretta nella stanza da letto in cui Mazzurco stava ancora dormendo e con un coltello lo aveva ferito al torace.
Dopo il delitto andò al commissariato di Partinico per confessare il delitto, senza però fornire altre spiegazioni. Nel corso delle indagini raccontò agli investigatori di presunte violenze e vessazioni psicologiche che per molto tempo avrebbe subito dal marito, aggiungendo che le tensioni nella coppia sarebbero state determinate da problemi economici. Una situazione pesante, intollerabile, che l’avrebbe portata anche ad ammalarsi di depressione e che poi l’avrebbe spinta ad ammazzare il compagno di una vita.
L’avvocato della famiglia di Mazzurco, però, l’aveva dipinta in ben altro modo: “Voleva annientare il marito e, quando si è accorta di aver perso il suo ascendente su di lui, ha agito con spirito punitivo, per rabbia, per vendetta, per ira e per odio e lo ha ucciso. Aveva una personalità dominante e quando ha capito che facendo la gatta morta non riusciva più ad ottenere nulla da lui, neppure i soldi che sempre aveva preteso, se n’è sbarazzata”.