A Messina laureati candidati per diventare spazzini
C’è anche il lavoro di operatore ecologico quindi tra i sogni nel cassetto dei laureati

Ci sono anche giovani laureati a fare richiesta per diventare spazzini a Messina. E sono tante, troppe, le storie che parlano di laureati e non che non trovano lavoro in Sicilia.
C’è anche il lavoro di operatore ecologico quindi tra i sogni nel cassetto. Un posto a tempo indeterminato.
Migliaia di ragazzi hanno preso d’assalto via Dogali, nella Città dello Stretto, per presentare la domanda che permetterà loro, se dovesse superare la selezione, di diventare operatore ecologico.
Ma é solo una speranza per i 2050 candidati nella selezione di Messinaservizi, solo 100 saranno chiamati a lavorare come netturbini.
«Ci servono spazzini e personale per la raccolta porta a porta, per questo abbiamo messo il limite d’età a 40 anni, perché in azienda abbiamo un’età media che supera i 53 anni», ha spiegato Pippo Lombardo, presidente della partecipata del Comune. Limite che però non ha fermato alcuni over 40 che si sono presentati lo stesso.
In fila c’era un esercito di disoccupati dai profili più disparati che sono stati costretti a consegnare le domande personalmente e in un giorno soltanto. Tra un mese l’esito di una selezione che dovrà lasciare fuori 1.600 persone.
Intanto in Sicilia diminuiscono gli occupati, ma aumenta il lavoro nero e irregolare. È la fotografia della Sicilia scattata durante gli anni della crisi dalla Cgil. Mentre gli occupati, dal 2012 al 2018, sono passati da 1.414.215 a 1.362.706, il lavoro irregolare è salito dal 19,5 al 21,2 per cento. Secondo il sindacato, sui 9 miliardi di evasione che si registrano annualmente in Sicilia, un terzo è causato dall’impiego irregolare.
“In Sicilia non c’è soltanto un problema di occupazione, ma anche di qualità del lavoro. Con l’aumento del nero crescono gli infortuni”, dice il segretario regionale del sindaco, Alfio Mannino che ha presentato i dati, insieme a Franco Tarantino, Monica Genovese e Franco Campagna. Gli incidenti mortali sono stati 84 nel 2017, 7 in più rispetto all’anno precedente.
In Sicilia calano le imprese delle costruzioni, dell’industria e del commercio. Si registra un lieve aumento delle imprese agricole e un vistoso aumento delle imprese dei servizi di alloggio e ristorazione. “E proprio in questi ultimi due settori il lavoro nero è altissimo”, dice Tarantino. Il sindacato chiede più vigilanza. “Bisogna rinforzare il sistema di controllo. Sono troppo pochi gli ispettori nell’Isola: 237 per 1556 imprese”, conclude il segretario Mannino.