Luigi Vazzana sarebbe stato salvato a poche centinaia di metri dalla costa calabrese. La tesi di carabinieri, testimoni e gestori di stabilimenti balneari della zona sembrerebbe smentire la notizia del giovane di 28 anni che si è addormentando sul materassino nel mare di Scilla. Il giovane di sarebbe svegliato solo a notte fonda in mezzo al mare a Messina.
Una storia che ha provocato battute e critiche. Ora nascono le perplessità sulla disavventura di Luigi Vazzana.
Per la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria Luigi Vazzana, 28 anni, sarebbe stato salvato a diverse miglia dalla costa calabrese, dopo essersi addormentato sul suo materassino ma per i carabinieri, gestori di stabilimenti balneari e testimoni, il ragazzo sarebbe stato recuperato a poche centinaia di metri dalla spiaggia.
Questa versione, in effetti, sembrerebbe la più plausibile. Il quasi naufrago si sarebbe addormentato all’ombra del Castello Ruffo di Scilla, nascosto tra gli scogli.
Stando alle prime notizie diffuse in rete e alle dichiarazioni raccolte dai protagonisti della vicenda, verso le 17.00 del 18 agosto Luigi Vazzana si sarebbe gettato in mare con il suo materassino.
Dopo un’ora, gli amici si sarebbero allarmati non vedendolo rientrare. Il 28enne si era abbandonato a un pisolino coccolato dall’acqua e dai suoni del mare. Poi, il brusco risveglio: Vazzana avrebbe raccontato ai soccorritori di essersi accorto all’improvviso che le onde l’avevano trasportato al centro dello Stretto di Messina.
Ma il racconto sembra lacunoso. E la prima delle incongruenze è l’assenza di vento nella giornata del 18 agosto: com’è possibile che, con il mare piatto, un materassino forse trascinato fino a due miglia a largo della Costa Viola calabrese? Inoltre, come avrebbe fatto Vazzana a non essere notato da nessuno in uno dei tratti di mare più trafficati di Italia?
Centinaia di grandi e piccole imbarcazioni, ogni giorno, fanno la spola tra Calabria e Sicilia. Per giunta ci troviamo nel periodo di pesca del pescespada, stagione dell’anno in cui lo Stretto è solcato da tipici pescherecci con torri di avvistamento alte dieci metri. Eppure nessun testimone ha raccontato di aver mai visto il materassino alla deriva con il 28enne a bordo.
Pare essere definitiva la versione che vuole Vazzana addormentatosi al riparo tra gli scogli di Scilla. La Capitaneria di Porto di Reggio Calabria ha comunque messo in campo tutte le proprie forze dopo l’allarme lanciato dagli amici del ragazzo: tre motovedette e un gommone hanno subito iniziato a scandagliare il mare tra Calabria e Sicilia.
Anche i colleghi di Messina hanno fornito il proprio supporto alle ricerche con una propria unità navale, mentre da Catania partiva in volo un elicottero della Guardia Costiera. Ma solo a notte inoltrata, quando il gommone dei soccorritori stava rientrando a Scilla, il ragazzo è stato trovato vicino alla costa. A riva, Pasquale Vazzana, il padre, e mamma Franca, hanno potuto riabbracciarlo dopo un grosso spavento.