Assunzioni alla Regione Siciliana, concorsi per 6000 posti
L’obiettivo del piano triennale del fabbisogno è reclutare seimila nuovi regionali entro il 2024

Dopo undici anni la Regione siciliana
torna ad assumere. Ieri il Parlamento Siciliano ha dato il via libera alla norma presentata dal governo Musumeci che sblocca i concorsi in assessorati e uffici regionali svuotati dall’ondata di pensionamenti che sono tremila negli ultimi tre anni.
Già a partire dal 2020 – sulla base del fabbisogno di ogni dipartimento e in proporzione ai pensionamenti dell’anno precedente – potranno essere bandite le selezioni. Concorsi per assumere nuove leve ai quali sono vincolati anche le promozioni del personale già in servizio.
«Un risultato storico che ci permetterà di dare nuova linfa e una vitale boccata d’ossigeno agli uffici regionali, ormai da tempo afflitti, come tutta la pubblica amministrazione, da una grave carenza di personale», esulta il presidente della Regione Nello
Musumeci.
Ma quanti sono i posti subito disponibili? E quali gli step? L’obiettivo del piano triennale del fabbisogno è reclutare seimila nuovi regionali entro il 2024.
Si parte per gradi: la norma prevede che quest’anno sia assunto il 75 per cento dei dipendenti “semplici” andati in pensione l’anno scorso, con le porte di Palazzo d’Orléans che si aprirebbero — secondo una stima preliminare — per un massimo di 500 persone, mentre l’anno prossimo si potrà riempire l’85 per cento delle caselle lasciate libere dai
pensionamenti 2019 e nel 2021 si potrà assumere un nuovo dipendente per ogni pensionato dell’anno prima.
I dipartimenti dove si assumerà di più sono i Beni culturali, a caccia di oltre 1.900 nuovi impiegati fra archivisti, esperti nella gestione dei siti e altre figure. Seguono Rifiuti, Infrastrutture e Lavoro.