I carabinieri forestali che si occupano della sezione operativa reati a danno degli animali nel corso di un servizio per la prevenzione e la repressione del fenomeno dell’uccellagione, nell’ambito di una più ampia attività di antibracconaggio denominata operazione “Adorno”, hanno arrestato il palermitano Francesco Paolo Fiore disoccupato. Il ragazzo in passato era già stato sottoposto a simili procedimenti dopo essere stato in più occasioni segnalato per vendita di avifauna selvatica protetta al Mercato di Ballarò e altre violazioni sulla normativa venatoria.
Così il 2 maggio è stato sorpreso, in flagranza di reato, mentre si trovava nelle campagne di Calatafimi Segesta, in località Inici-Castello, intento nella cattura illegale di volatili, in assoluta violazione delle norme che tutelano la fauna selvatica e regolano l’esercizio della pratica venatoria. Aveva già catturato 9 esemplari di Cardellino, che oltre a essere annoverato tra le specie protette, appartiene al patrimonio indisponibile dello Stato. Per questo motivo al ragazzo è stato contestato il reato di furto venatorio.
L’attività di bracconaggio era eseguita mediante un sistema di reti comandate da un meccanismo a scatto azionato manualmente dal Fiore, al centro del quale erano posti altri esemplari vivi, catturati in precedenza ed utilizzati come veri e propri richiami, con ali e zampette legate a dei paletti per il tramite di un’imbracatura in modo da impedirne l’allontanamento. Per la crudeltà del sistema di prelievo dell’avifauna, Fiore è stato anche denunciato per maltrattamento di animali.La strumentazione è stata osta sotto sequestro mentre i cardellini venivano immediatamente reintrodotti in natura.
L’uomo è stato sottoposto ai domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida con rito direttissimo che si è svolta ieri. In udienza il giudice ha convalidato l’arresto applicando l’obbligo di dimora in Comune di Palermo e di non allontanarsi dalla propria abitazione dalle ore 20.00 alle ore 07.00. Seguito richiesta di giudizio abbreviato avanzata dall’imputato, il giudice ha confermato l’intero impianto accusatorio condannando il Fiore a 6 mesi di reclusione e 600 euro di multa, non concedendo il beneficio della sospensione condizionale della pena, in quanto Fiore non è nuovo a questo tipo di condotta, infatti, lo stesso è stato denunciato l’ultima volta, per i medesimi reati, poco più di un mese fa.