Cinismo e strafottenza del dolore altrui compaiono nel fascicolo dell’operazione «Tantalo bis». Nell’ordinanza sono trascitte una serie di intercettazioni ambientali e telefoniche che fanno risaltare l’efferatezza della banda “spaccaossa” che lucrava su falsi incidenti rompendo ossa di poveri disperati. Ci sono anche alcuni passaggi delle intercettazioni in cui le torture venivano riprese in diretta.
E c’era anche chi, tra quegli atti di violenza inaudita, aveva qualche rimorso per la brutalità usata mentre si cercava di spezzare le ossa delle vittime. “Per me loro lavorano come gli animali, non lo so il perché… – si legge nelle intercettazioni – Tu lo sai, io in queste cose non voglio entrarci perché la notte non dormo, mi restano impresse in testa”.
“Poveretta”, si dice di un’altra vittima. “Poveretto sono io che sono senza soldi! Non c’era posto ed è al pronto soccorso? Quindi è messa che grida, allora? Siete tutti che vi impressionate, io non ti capisco”, spiega invece uno degli esecutori più violenti della banda – Sembrava una gallina, lo sai quando gli stirano il collo?”.
A una delle tante vittime della banda spaccaosa sarebbe stato anche consigliato di evitare di assumere degli antibiotici per aggravare la condizione di salute e ricevere, quindi, un risarcimento più elevato.
“Sì – replica la vittima, che spiega i passaggi di una visita ortopedica – il medico mi fa: ‘Il piede è un po’ gonfio… L’antibiotico, mi raccomando continualo a prendere’. Ma io non l’ho preso, neanche uno”.
E poi ci sono le due intercettazioni che documentano in diretta le torture inflitte alle vittime. La squadra mobile annota che si sentono in sottofondo delle grida di sofferenza. “Come mai non gli hai fatto anche il braccio?», si sente mentre in sottofondo arriva la voce della vittima: “Mi state ammazzando, ammazzando, la gamba, ahiai…!» e l’esecutore dice al ragazzo: “Non gridare!”.